Positivi i risultati del progetto di prevenzione per contrastare il fenomeno. C’è maggior sicurezza, ma è importante non abbassare la guardia
Cesena, 17 maggio 2016 – Migliora la sicurezza nel comparto del lavoro su strada, ma ci sono ancora ampi margini su cui lavorare per prevenire gli infortuni stradali che, secondo gli ultimi dati INAIL rappresentano ancora, in tutta Italia, più della metà delle morti sul lavoro. E’ quanto emerge dal Rapporto 2015 sul progetto “Prevenzione degli infortuni stradali in orario di lavoro”, promosso dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna – Servizio prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro di Cesena, nell’ambito degli interventi attivati dalla Regione Emilia Romagna per contrastare il fenomeno dell’incidentalità stradale connessa all’attività lavorativa.
Il progetto, condotto a livello sperimentale solo in alcune aree della Regione, tra cui Cesena, è nato nel 2013 con l’obiettivo di attivare sinergie e creare reti tra gli enti che hanno competenze sulla sicurezza stradale e sul lavoro, per verificare le condizioni di lavoro degli addetti all’autotrasporto o operanti su strada, ed aumentare al contempo la consapevolezza delle aziende del sistema di sicurezza stradale e dei lavoratori sui rischi connessi la lavoro.
L’inserimento del tema della sicurezza stradale all’interno del Piano Regionale della Prevenzione ha esteso l’attenzione al fenomeno all’intera regione e pertanto l’AUSL della Romagna dovrà, già da quest’anno e fino al 2018, partire con attività di vigilanza controllo e prevenzione relativamente a queste tematiche, estesa a tutto il territorio di competenza.
Nel 2015 il progetto ha previsto l’effettuazione di una serie di verifiche sul campo che hanno coinvolto 14 aziende con dipendenti operativamente impiegati in operazioni di trasporto su strada, selezionate prevalentemente in ambiti operativi particolari quali i servizi urbani (raccolta e conferimento rifiuti, manutenzioni e spazzamento di aree pubbliche e spazi verdi, ecc) o trasporti di carichi peculiari (animali vivi, sterri, trasporti refrigerati, insilati, ecc). L’azione del personale ispettivo dell’AUSL si è concentrata sulla verifica della formazione degli operatori e della completezza della valutazione dei rischi aziendali, per estendersi poi al controllo di tutte le procedure gestionali dell’azienda e soprattutto dei mezzi in circolazione.
“Nel complesso – spiega Luca Scarpellini, ingegnere del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro di Cesena e referente regionale del progetto sicurezza stradale 2.10 – il riscontro agli adempimenti introdotti dal Decreto Legislativo 81/2008 in materia di sorveglianza sanitaria è stato soddisfacente ed è risultata buona anche la soglia di attenzione dei datori di lavoro in ordine ai contenuti delle certificazione, ma sussiste certamente un ampio margine su cui operare per far crescere la consapevolezza, soprattutto dei datori di lavoro, della valenza in termini di promozione della sicurezza, di tutta una serie di adempimenti, che vengono espletati ma spesso più per ragioni organizzative o economiche”.
Diversi sono i fattori che incidono sul rischio di avere un infortunio su strada con “mezzo di trasporto”: non tutti sono “controllabili” dal datore di lavoro, ma ci sono comunque alcuni aspetti che devono essere tenuti in considerazione: gli orari di guida, di pausa, di lavoro e di riposo; la formazione dei lavoratori, il comportamento degli autisti professionali, gli stili di vita ed alimentari, lo stato di salute degli addetti; la manutenzione dei mezzi.
“E’ importante – conclude Scarpellini – non abbassare la guardia e continuare a mettere a fuoco il fenomeno, elaborando strategie sempre più efficaci per porre un freno all’incidentalità, estendendo sempre più il sistema di sicurezza aziendale anche alla strada”.
Fonte: E-R Salute